Emofobia: Come superare la fobia del sangue?

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Mano ferita - Come superare la fobia del sangue

Salve a tutti e benvenuti in questo nuovo articolo!
Colpisce fino al 4% della popolazione negli USA1, ma la più grande problematica è che, a differenza delle altre fobie specifiche, può portare l’individuo a svenire anche in situazioni sconvenienti. Sto parlando dell’emofobia, più comunemente chiamata in inglese BIIBlood-Injection-Injuries phobia (Fobia di sangue, iniezioni e ferite, sebbene questa classe sia considerabile un po’ più ampia rispetto alla specifica “fobia del sangue”). Considerato l’alto livello di problematiche che porta alle persone che ne soffrono, sorge spontanea la domanda: come si fa a superare la fobia del sangue?

In questo articolo riassumeremo in breve perchè sveniamo quando vediamo il sangue ma non ad esempio quando guardiamo i ragni. Dopodichè parleremo di alcuni metodi che si usano spesso in psicoterapia per ridurre la disfunzionalità di questo disturbo. 

Ma perchè proprio il sangue?

Chirurgi che operano - Come superare la fobia del sangue

Ve ne parla uno che attualmente soffre di fobia del sangue: questo disturbo può essere piuttosto problematico. In una delle primissime volte che mi sono accorto di averla mi ero fatto un piccolo taglietto sull’indice (che per quanto piccolo sanguinava tantissimo). E così sono corso in bagno a mettere il dito sotto l’acqua, per poi ritrovarmi con un principio di svenimento dopo pochissimo, senza un’apparente ragione.

E se anche voi soffrite di BII in questo momento probabilmente avrete sentito il vostro battito cardiaco che accelera leggermente: è normale, in quanto la fobia del sangue può essere attivata anche solo da immagini mentali, o dal parlare di sangue. 

Ma prima ancora di pensare a come superare la fobia del sangue bisogna chiedersi: perchè si è fobici del sangue?

In natura vi sono una serie di stimoli verso i quali il nostro corpo non è ben disposto a prescindere: ad esempio ragni, insetti e serpenti evocano automaticamente delle reazioni negative in noi (nella maggior parte dei casi), perchè il nostro corpo li riconosce come pericolosi. Basti pensare che la fobia degli animali è una delle più comuni in assoluto, coprendo circa il 4,7% della popolazione negli USA1.

Anche il sangue può creare avversione (in genere alla gente non piace vedere sangue, ferite e mutilazioni), ma la reazione che elicita è diversa in una maniera piuttosto affascinante.

Siamo attratti dal sangue?

 Vampira - Come superare la fobia del sangue

Di norma una persona che ha la fobia degli insetti o dei ragni è terrorizzata anche solo dalla visione di immagini di questi. Che siano in foto, in una gabbia o di fronte a loro, questi soggetti tenteranno di fuggire, chiudendo subito l’immagine o tenendosi a debita distanza.

Tempi di visione del sangue in soggetti fobici - Come superare la fobia del sangue

(Buodo et al., 2006) Le barrette nere rappresentano il tempo speso dai soggetti a guardare diversi tipi di immagini. Sembra che i soggetti guardino tanto tempo immagini del sangue (l’ultima barretta nera), quanto immagini erotiche o di sport (le prime due barrette nere). Inoltre, le persone non fobiche (le barrette bianche) guardano il sangue ancora di più delle immagini erotiche (rispettivamente l’ultima e la prima barretta bianca)!

E’ invece molto curioso quello che accade in chi soffre di fobia del sangue: la ricerca dimostra che mentre i fobici degli animali tendono a guardare pochissimo immagini contenenti tali animali2, i fobici del sangue guardano immagini di mutilazioni tanto a lungo quanto altri tipi di immagini3.

C’è di più: sembrerebbe che le persone senza fobia del sangue, nello stesso esperimento, guardino più a lungo immagini del sangue anche rispetto ad immagini di tipo erotico! Ma cosa sta succedendo?

Il sangue è uno stimolo molto significativo per la nostra sopravvivenza. Da un lato rappresenta un pericolo: se una persona è ferita o mutilata vuol dire che nei paraggi può ancora aggirarsi un predatore. Dall’altro lato è anche una richiesta d’aiuto: un individuo della nostra specie è in pericolo e richiede un soccorso pronto. 

Per un individuo senza fobia del sangue, la presenza di una persona ferita porta ad uno sbilanciamento di motivazioni: intervenire per aiutare la persona? Scappare fino a quando si è in tempo? Rimanere immobili e cercare prima il pericolo nell’ambiente? Questo conflitto di informazioni ci porta a concentrare tutte le nostre risorse su quello che sta accadendo.

Un individuo con fobia del sangue avrà un problema più grande da affrontare. Anche lui deve far fronte a questa indecisione ma ad essa dovrà sommare la normale reazione di un fobico di fronte all’oggetto della sua fobia: la tendenza ad agitarsi e scappare via. Ed è l’indecisione se farlo o meno che indirettamente porta allo svenimento.

Perchè si sviene?

Persona che cade - Come superare la fobia del sangue

Le motivazioni in questo caso sono prettamente psicofisiologiche. Ed è proprio capirle che ci permette di trovare delle strategie per superare la fobia del sangue.

Come abbiamo detto prima, una persona normale che si trova di fronte a sangue o mutilazioni concentrerà tutte le sue attenzioni sulla persona ferita e sull’ambiente circostante. La scelta della strategia migliore di fronte ad una situazione del genere ci porta ad immobilizzarci e a concentrare tutte le nostre risorse nell’elaborazione cerebrale della situazione.

Come si adatta il corpo per favorire la concentrazione? Il battito cardiaco rallenta, il cuore pompa meno sangue4, la velocità di elaborazione del cervello aumenta5, tendiamo a sbattere meno le ciglia6 tuttavia per evitare che questo calo di pressione conseguente ci faccia svenire il sangue si ritira dalla periferia del corpo (ad esempio dalla pelle): questo processo si chiama “vasocostrizione periferica”4 e porta ad un aumento della pressione sanguigna.

Nei fobici del sangue la reazione è quella che ci si aspetterebbe da una persona con una fobia: la persona si agita. E molto anche. Il battito cardiaco aumenta, il cuore pompa un po’ più di sangue e il corpo dilata i vasi sanguigni dei muscoli, per prepararsi alla fuga4 (processo opposto al precedente, chiamato “vasodilatazione periferica”, che a sua volta porta invece un calo di pressione).

Così c’è il nostro corpo che urla “SCAPPA! FUGGI!”, eppure per le motivazioni del paragrafo precedente noi siamo lì imbambolati a fissare la situazione. Così c’è un sacco di sangue in circolo e poca attivazione fisica: la pressione cardiaca cala a picco. “Uh oh, non va affatto bene” dice il corpo e per risolvere la situazione di stallo è probabile che cerchi di darsi una regolata reagendo come le persone normali, ossia rallentando il battito cardiaco per alzare le risorse attentive4, riducendo di conseguenza ancora di più la pressione. E’ ovvio che a questo punto la pressione è troppo bassa e la persona semplicemente sviene. 

Sì, ma come si supera la fobia del sangue?

Globuli rossi - Come superare la fobia del sangue

Mi dispiace ma vi devo dare una buona notizia ed una cattiva: la buona notizia è che ci sono dei metodi per superare la fobia del sangue. La cattiva (ma poi neanche tanto) è che per metterli in atto correttamente vi servirà un terapeuta. 

Per questo, in questo spazietto finale andrò a trattare brevemente ciò che vi aspetta nella maggior parte dei casi se deciderete di sottoporvi ad una terapia, in particolare di tipo cognitivo-comportamentale. 

  1. Desensibilizzazione sistematica – Croce e delizia dell’approccio cognitivo-comportamentale ed usata in tantissime problematiche, in questo caso si tratta di esporvi poco alla volta alla vista del sangue in varie forme (ad es: immagini), fino a quando non vi abituate. Dopodichè si passa ad una situazione più attivante (come filmati), fino ad arrivare a quelle più intense. Tuttavia dopo ogni esposizione si valuta insieme cosa è successo e cosa si è provato, per cercare di comprendere significati e sintomi legati alla visione del sangue. 
  2. Rilassamento applicato E’ una tecnica di rilassamento che consiste nel tendere alcuni gruppi muscolari e poi rilasciarli alternatamente, il tutto mentre si vedono immagini o contenuti attivanti, quindi in questo caso legati alla fobia del sangue. L’idea è quella di poter far ricorso a questa tecnica di rilassamento di fronte ai primissimi sintomi legati allo svenimento, anche in situazioni reali. 
  3. Tensione applicata – Considerato che lo svenimento nella fobia del sangue è dovuto al repentino calo di pressione, qualcuno ha pensato “Perchè non insegniamo alle persone a rialzarsi la pressione a piacimento?”. La Tensione applicata prevede infatti che vengano contratti i muscoli delle mani, delle braccia e del torso per un breve periodo per consentire la risalita della pressione. Poi vi è un breve periodo di pausa e si ricontrae di nuovo. A volte viene anche proposta in combinazione con il Rilassamento Applicato.

Bibliografia

1.
STINSON FS, DAWSON DA, PATRICIA CHOU S, et al. The epidemiology of DSM-IV specific phobia in the USA: results from the National Epidemiologic Survey on Alcohol and Related Conditions. P. 2007;37(07):1047. doi:10.1017/s0033291707000086
2.
HAMM AO, CUTHBERT BN, GLOBISCH J, VAITL D. Fear and the startle reflex: Blink modulation and autonomic response patterns in animal and mutilation fearful subjects. P. 1997;34(1):97-107. doi:10.1111/j.1469-8986.1997.tb02420.x
3.
Buodo G, Sarlo M, Codispoti M, Palomba D. Event-related potentials and visual avoidance in blood phobics: is there any attentional bias? D. 2006;23(5):304-311. doi:10.1002/da.20172
4.
Sarlo M, Buodo G, Munafò M, Stegagno L, Palomba D. Cardiovascular dynamics in blood phobia: Evidence for a key role of sympathetic activity in vulnerability to syncope. Psychophysiology. 2008;45(6):1038-1045. doi:10.1111/j.1469-8986.2008.00713.x
5.
Sarlo M, Buodo G, Poli S, Palomba D. Changes in EEG alpha power to different disgust elicitors: the specificity of mutilations. N. 2005;382(3):291-296. doi:10.1016/j.neulet.2005.03.037
6.
Palomba D, Sarlo M, Angrilli A, Mini A, Stegagno L. Cardiac responses associated with affective processing of unpleasant film stimuli. I. 2000;36(1):45-57. doi:10.1016/s0167-8760(99)00099-9

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Graziano Gigante

Graziano Gigante

26 anni. Laureato con lode alla magistrale in "Neuroscienze e riabilitazione neuropsicologica" presso l'Università di Padova, al momento si occupa di divulgazione su diversi canali (Instagram, Youtube, Facebook e il sito Scientificult). Cantante e sportivo nel tempo libero. Gli piacciono la psicologia, l'informatica, i videogiochi, i libri, la musica, i musei, i viaggi, la fotografia, la scienza e chi più ne ha più ne metta.

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